Il Comitato di Madrid vota il Premio Strega 2020

Cari amici della Dante di Madrid, in questo momento di forzato isolamento cerchiamo di continuare a rimanere in contatto e a lavorare.

Cerchiamo di fare in modo che la cultura non si fermi, oltre i confinamenti e le chiusure forzate delle frontiere.

Per questo, giovedì 4 giugno si è riunita telematicamente la Giuria del Premio Strega 2020 del nostro Comitato  per esprimere il voto di preferenza dei titoli finalisti al Premio Strega 2020.

Dal 2009, infatti, anche la Società Dante Alighieri esprime uno dei voti collettivi che contribuiscono all’elezione della cinquina e del vincitore.

La Dante di Madrid, oltre ad essersi confermata per il terzo anno consecutivo Comitato estero al Premio Strega, è stata insignita quest’anno di un nuovo riconoscimento, costituendosi come Presidio Letterario, la nuova rete della Dante che raccoglie i comitati particolarmente attivi nella promozione del libro.

La riunione è stata presieduta da Donatella Danzi, Presidente del Comitato di Madrid della Società Dante Alighieri, con la straordinaria partecipazione di Sua Eccellenza Dott. Riccardo Guariglia, Ambasciatore d’Italia a Madrid, il quale ha dato il suo saluto iniziale ed ha espresso il suo grande interesse verso la cultura come mezzo di cooperazione e unione tra i paesi.

La giuria del Comitato di Madrid, come nelle precedenti edizioni  è stata composta da esperti in letteratura e lingua italiana, nonché da scrittori e giornalisti.

I membri della giuria, sono stati: Salvatore Bartolotta, Chiara Cappuccio, Salvador Cobo, Sergio Colella, Giuseppina Danzi, Rachele Facchi, Vicente González Martín, Alberto Luchini, Carmen Marchante, Mirella Marotta, Alberto Ojeda, Marco Pioli, Carla Pispisa, Mercedes Rodríguez Fierro, Marco Trombetta, Leonardo Vilei.

Non presente alla riunione  Rachele Facchi che ha comunicato il suo voto al Segretario della giuria Iñigo Moré.

Ha assistito alla riunione anche il giornalista italiano Mauro Bafile, Direttore di “La voce d’Italia”, il quotidiano degli italiani in Venezuela fondato nel 1950 da Gaetano Bafile.

I 12 libri in gara per la LXXIV edizione del Premio Strega sono:

La nuova stagione (Bompiani) di Silvia Ballestra, Città sommersa (Bompiani) di Marta Barone, Febbre (Fandango Libri) di Jonathan Bazzi, La misura del tempo (Einaudi) di Gianrico Carofiglio, Ragazzo italiano (Feltrinelli) di Gian Arturo Ferrari, Giovanissimi (NN Editore) di Alessio Forgione, Breve storia del mio silenzio (Marsilio) di Giuseppe Lupo, Tutto chiede salvezza (Mondadori) di Daniele Mencarelli, Almarina (Einaudi) di Valeria Parrella, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio (Minimum Fax) di Remo Rapino, Il colibrì (La nave di Teseo) di Sandro Veronesi, L’apprendista (SEM) di Gian Mario Villalta.

Durante la riunione ogni giurato ha avuto l’occasione di esprimere le proprie preferenze e di motivarne la scelta.

Una prima osservazione è stata che gli autori provengono da diverse regioni italiane e ne rispecchiano perfettamente l’ambiente: dalla Napoli di Forgione alla Basilicata di Lupo, dai quartieri-dormitorio di Bazzi alla provincia veneta che dà sfondo a L’Apprendista di Villalta, senza dimenticare la bellissima campagna marchigiana di Ballestra e la Torino degli anni di piombo di Marta Barone. Quasi sempre la narrazione tiene conto della localizzazione ed addirittura in molti romanzi questa viene accentuata dall’uso del dialetto.

Il libro che ha conquistando il primo posto per la Giuria del Comitato di Madrid è stato Il Colibrì di Sandro Veronesi. Per alcuni dei membri della giuria: “un romanzo poliedrico, un’autobiografia che diventa un thriller, drammi familiari che si intrecciano con la psicoanalisi e con la psicologia femminile”, un “grande affresco di una famiglia borghese attraverso diverse generazioni, in cui si scoprono i cambiamenti sociologici di tutta una società e in cui lo stesso concetto di famiglia si sgretola e si dissolve”, con uno “stile narrativo originale, molto ben costruito, con i cambiamenti tra la narrazione in terza persona e lo stile epistolare”, “un protagonista capace di convertire il dolore in energia vitale e di mantenere la forza d’animo di fronte a qualsiasi imprevisto, a qualsiasi avversità. Ha qualcosa di esemplare questa virtù. È resiliente”.

Una storia di dolore e di forza allo stesso tempo, di resistenza e di sopravvivenza, che sicuramente ha qualcosa in comune con Città Sommersa di Marta Barone, classificatasi al secondo posto. I membri della giuria hanno sottolineato: “un libro che parla di un’assenza e colma un’assenza, con uno stile letterario notevolissimo, che mette insieme la memoria, l’indagine storica e l’impossibilità del ricordo come verità definitiva. Lo stile – a tratti persino lirico – è molto curato”. “Un esperimento molto ben riuscito di ripercorrimento di una parte della storia italiana, attraverso la narrazione autobiografica”.

Al terzo posto troviamo La misura del tempo di Gianrico Carofiglio, che con grande sapienza e “chiarezza della narrazione ci conduce per i meandri sinuosi di un processo penale. Il lettore sa sempre dove si trova, perché Carofiglio lo porta per mano, non si perde mai. Un degno successore dei maestri del giallo italiano”, ha espresso un membro della giuria.

Questo voto costituisce le preferenze collettive del Comitato di Madrid che sono state trasmesse alla Sede Centrale della Società Dante Alighieri e che contribuiranno alla prima votazione per selezionare la cinquina dei finalisti al Premio Strega 2020. L’autore più votato dalla Dante riceverà in giugno a Roma un riconoscimento speciale e sarà ospite nei mesi successivi dei Comitati coinvolti.

Di fronte all’innalzamento di barriere tangibili, come risposta alla sfida che il mondo di oggi sta affrontando con il confinamento – che ha imposto un nuovo modo di vivere, costringendo la società ad un isolamento forzato – la lettura è diventata ancora di più un rifugio, uno spazio illimitato all’interno del quale diventa possibile attraversare orizzonti sconfinati, pur restando fisicamente tra le mura di casa.

All’interno di questo scenario, la Dante non si è fermata, continuando a lavorare per promuovere la cultura e la letteratura italiana nel mondo.

 

PREMIO STREGA 2020. Il Comitato di Madrid partecipa alla giuria internazionale.

 

Il Comitato di Madrid partecipa, come Presidio Letterario, partecipa alla Giuria Internazionale della LXXIV Edizione del Premio Strega.

Dal 2009 anche la Società Dante Alighieri esprime uno dei voti collettivi che contribuiscono all’elezione della cinquina e del vincitore. Al fine di far conoscere anche all’estero la letteratura italiana contemporanea, il voto viene affidato a lettori selezionati anche tra i comitati esteri. A partire dall’edizione 2020 i circoli di lettura sono costituiti presso i Presidi letterari, la nuova rete della Dante che raccoglie i comitati particolarmente attivi nella promozione del libro. L’autore più votato dalla Dante Alighieri riceverà in giugno a Roma un riconoscimento speciale e sarà ospite nei mesi successivi dei comitati coinvolti.

I dodici finalisti del Premio Strega 2020 sono:

  1. Silvia Ballestra, La nuova stagione (Bompiani)

Proposto da Loredana Lipperini

  1. Marta Barone, Città sommersa (Bompiani)

Proposto da Enrico Deaglio

  1. Jonathan Bazzi, Febbre (Fandango Libri)

Proposto da Teresa Ciabatti

  1. Gianrico Carofiglio, La misura del tempo (Einaudi)

Proposto da Sabino Cassese

  1. Gian Arturo Ferrari, Ragazzo italiano (Feltrinelli)

Proposto da Margaret Mazzantini

  1. Alessio Forgione, Giovanissimi (NN Editore)

Proposto da Lisa Ginzburg

  1. Giuseppe Lupo, Breve storia del mio silenzio (Marsilio)

Proposto da Salvatore Silvano Nigro

  1. Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza (Mondadori)

Proposto da Maria Pia Ammirati

  1. Valeria Parrella, Almarina (Einaudi)

Proposto da Nicola Lagioia

  1. Remo Rapino, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio (Minimum Fax)

Proposto da Maria Ida Gaeta

  1. Sandro Veronesi, Il colibrì (La nave di Teseo)

Proposto dall’Accademia degli Scrausi

  1. Gian Mario Villalta, L’apprendista (SEM)

Proposto da Franco Buffoni

PRESIDI LETTERARI. Il Comitato di Madrid diventa Presidio Letterario

Cari amici del Comitato,

abbiamo un’importante notizia da annunciarvi:

il Comitato di Madrid diventa uno dei PRESIDI LETTERARI della Dante, la nuova rete mondiale  istituita dalla Società Dante Alighieri per la promozione del libro e della letteratura.

Questa significativa iniziativa, avviata dalla Sede Centrale, coinvolgerà Comitati di tutto il mondo e  vedrà la costituzione di un  polo bibliotecario.

 

 

RINNOVATO IL MANDATO DI DONATELLA DANZI ALLA PRESIDENZA DEL COMITATO DI MADRID DELLA SOCIETÀ DANTE ALIGHIERI

 

Il 26 ottobre 2019 è stato confermato il mandato quadriennale della prof.ssa  Donatella Danzi alla presidenza del Comitato di Madrid della Società Dante Alighieri con un programma dedicato allo sviluppo della lingua e della cultura italiana nella capitale spagnola.

Inoltre sono stati rinnovati i seguenti mandati:

vicepresidente: prof.ssa Giuseppina Danzi

segretario: dott. Íñigo Moré Martinez

consigliere:  prof. Sergio Colella

La Società Dante Alighieri è la più antica istituzione italiana preposta alla diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo. Nel 2005 è stata insignita del più prestigioso riconoscimento spagnolo, il Premio Principe delle Asturie, sezione Comunicazione e Umanistica.

AUGURI, PAOLO!

Carissimo Paolo, tanti auguri!

Domenica 12 gennaio Il Comitato di Madrid della Società Dante Alighieri, per festeggiare il compleanno del drammaturgo, scrittore ed accademico italiano Paolo Puppa, ha pubblicato e proiettato per i soci l’intervista realizzata da Donatella Danzi il 15 novembre 2016  e lo spettacolo teatrale LA FAMIGLIA CHE UCCIDE. DUE MONOLOGHI DI E CON PAOLO PUPPA  rappresentato a Madrid il 15 novembre 2016 durante l’evento PAOLO PUPPA A MADRID!

Paolo Puppa è ordinario di storia del teatro e dello spettacolo all’Università di Venezia.  Alle spalle  volumi su Pirandello, Fo, Rosso di San Secondo, Ibsen, D’Annunzio, Goldoni, Storie della regia e della drammaturgia, monografie su attori come Baseggio, su registi come Brook e sul monologo. Ha diretto per la Cambridge nel 2006 come coeditor, The History of the Italian Theatre, e Encyclopedia of the Italian Literature, Routdlege 2007. Nel 2013, Differences on stage, per la Cambridge Scholars 2013, è premiato  col  George Freedley Memorial Award. Nel 2014, La Serenissima in scena: Da Goldoni a Paolini (ETS). Come commediografo, ha all’attivo molti copioni, pubblicati, tradotti e rappresentati anche all’estero, tra cui La collina di Euridice (premio Pirandello ’96) e Zio mio (premio Bignami-Riccione ’99).   Si ricordano, in particolare Famiglie di notteVenire, a VeneziaCronache venete e Le commedie del professore.  Sempre nel 2006 ha ottenuto il premio come autore dall’ Associazione critici di teatro per Parole di Giuda da lui stesso recitato. Nel 2008 ha vinto il premio teatrale Campiglia marittima con Tim e Tom. Nel 2015,  il romanzo Ca’ Foscari dei dolori (Titivillus). 

La performance di Paolo PuppaLa famiglia che uccide tratta da Cronache venete, edito da Titivillus, presenta casi clinici che rimandano a miti antichi, calati nel Nord Est italiano (ma agevolmente spostabile in altri territori, anche extra italiani) di oggi, tra disagio, disperazione e paura di vivere. Personaggi appartenenti a mondi classici lontani, tra la tragedia greca e la Bibbia, sbucano fuori in una veste laicizzata e molto prosaica, come la trevigiana Fedra o la Salomè ricca ed annoiata a Pordenone. E ancora Menippo sognatore di voli olimpici per eccesso di psicofarmaci a Montebelluna, Caco killer di Asiago, Filemone vedovo sconsolato al cimitero di Cortina, Tersite pettegolo e folle a Piazzale Roma. Tutti incalzati da pulsioni assassine dentro la famiglia (in un volume precedente l’autore conferiva a simili drammaturgie il titolo significativo di Famiglie di notte), da lutti immedicabili, o da lividi rancori contro congiunti con cui dividere male l’aria di casa. La performance madrilena  prevede due monologhi, ovvero Abramo a Padova Saturno a Mestre. In entrambi, lo sproloquio di un padre  ossessionato da impulsi omicidi verso la propria creatura, realizzati nel sogno, il primo caso, e nella realtà, il secondo. L’intervento drammaturgico e teatrale si inscrive quale omaggio devoto alla grande tradizione del grottesco spagnolo, tra Javier Tomeo e José Sanchis Sinisterra.